lunedì 29 giugno 2009

Africa: shoot a picture.


Fanciullo, dagli occhi sgranati,
col tuo tamburo sul ventre
ma gli arti presenti,
non urli e non suoni,
immobile attendi.

Vorrei leggerti il cuore,
non vederti soltanto,
ma tu hai le parole ?
Le voci da gettarmi sul viso,
la rabbia da spaccarmi il cervello.

Il silenzio di mosche ronzanti
che ti succhiano l'anima
e danzano come esseri feroci,
son parte di te
o del tuo ignoto mondo?

E noi?
E noi che facciamo?
Immersi in obesi Macdonald,
sapienti di conoscenze riportate,
affogati in dolci jacuzzi,
con problemi d'amore,
con le musiche truccate,
coi martini più secchi
rivisitiamo le nostre 61° strade,
le nostre pietre che rotolano,
le parole che possiamo
e qualche stupidà carità spacciata per virtù.

Ma tu, fanciullo, che sai di tutto ciò?
Attendi i tuoi giorni piatto dopo piatto,
minuscole lacrime in un mare di vergogna.

Il sud del nord od il nord del sud,
scusa,
non ricordo le ultime invenzioni,
ma ti beccherai anche i cinesi,
mentre io muoio con te ogni giorno,
cieco e muto.

venerdì 12 giugno 2009

Sono da Lavori in corso.




Sono.

Abbiamo preso la strada dei campi
con un vecchio vestito portato dalla gioventù
e che il tempo mai consuma.
Trasudano le stoppie, nude di erbe,
chinano il capo i giarasoli,
una farfalla impaurita
si cerca, solitaria, tra nubi di polvere.
Qualche lampo di verde
guarda, stupito, il cielo,
memore di battaglie non vinte,
con le spine dei rovi a succhiargli la vita.
E la strada diventa sentiero,
s'inerpica, inesorabile,
tra gocce di pioggia.
Ma l'abito non cambia,
limpido come sergente,
sputa acqua nuova
a rinnovare il senso del tempo.
Ognuno ha il suo destino:
abbracciare le ombre.