sabato 19 settembre 2009

Monatta indecente.


Quella colpa che sale brutale
ed accorcia il tempo,
castra la fantasia, cattura la mente.
Non ti avverte che arriva:
la trovi seduta al mattino,
puntuale come la luce,
di fianco al tuo letto.
E, quasi, ti convince
ma gli sputo la vita negli occhi,
non attendo le risposte che potrebbe dare:
retaggi di un’infanzia manipolata.
Ho usato il mio corpo:
che altro dovevo fare?
Portare a spasso croci di legno pesanti
come ignobile ed assurda flagellazione?
Monatta indecente, fai risuonare i tuoi tintinnii
e vuoi depredare la casa dei miei ricordi.
Non è più il tempo,
non ci sono spazi per te
quando alti nel cielo risalgono
barlumi di razionalità
e l’essere spezza le ruote dei tuoi carri.

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